Villaggio Turistico
Sul finire degli anni quaranta il “Club Mediterranée”, una multinazionale d’origine francese, ha impostato una “formula” turistica che si è andata affermando in quasi tutto il mondo: il Villaggio.
In ugual modo hanno poi operato altri tour operator italiani e stranieri come la “Valtur”, “Vacanze” e “Robinson”.
Le organizzazioni citate presentano per lo più situazioni e ambientazioni diverse, all’interno delle quali si sviluppano differenze intrinseche e contingenti: per esempio a seconda che il villaggio sia situato in montagna o al mare, sia piccolo o grande, con possibilità di svolgere più o meno varie attività.
La caratteristica fondamentale di un Villaggio lo individua come uno spazio artificiale creato ad hoc. Ha solo una storia in campo turistico ed è nella maggior parte dei casi svincolato dalla cultura locale.
La società “Vacanze” ha dato il via ad un trend, poi seguito anche da altri, che prevede spaghetti al dente alle Maldive come ai Carabi, esportando dove può prodotti italiani e addestrando il personale locale nei villaggi italiani, per poi utilizzarlo in quelli dei loro paesi d’origine.
Il “Club Mediterranée” offre quiches, paté e vino di Borgona in ogni villaggio. Tutti devono sentirsi a casa propria in una zona, per così dire, extraterritoriale, ovunque il villaggio sorga.
Esso può ospitare dalle 200 alle 3000 persone e a volte, d’estate, è possibile che sia molto più popolato della cittadina nei cui pressi sorge.
Tende ad essere “socialmente autarchico” anche se non ci sono regole che proibiscono ai turisti di uscire dal Villaggio ed anzi spesso sono offerti loro dei mezzi personali o collettivi come biciclette, motocicli e pulmini per farlo, di fatto, non sono usati quasi mai se non per qualche escursione organizzata.
La realizzazione del mito dell’uomo innocente a contatto con la natura erano sport marini, nuoto, pesca subacquea, libertà sessuale, corpi giovani, belli e coperti al massimo da un pareo, sotto il sole. I Villaggi erano fatti di capanne di bambù, o di paglia a somiglianza appunto delle abitazioni polinesiane: s’innalzavano lungo un litorale senza tracce di modernità o civiltà come macchine e radio, con dei servizi comuni quali il ristorante e le toilette; a volte bisognava addirittura portare da casa la biancheria. Il cibo appariva buono e abbondante, molta frutta e verdura e grigliate in spiaggia. Il francese comprava a Parigi un pacchetto comprensivo di tutto così che nel Villaggio non aveva più a che fare con il denaro; le bibite, escluse dalla quota di soggiorno, si ottenevano al bar attraverso la consegna di palline colorate acquistate in precedenza o addebitate su un conto aperto in loco.
Ci sono molte ragioni che spingono i turisti a trascorrere una vacanza simile:
1. i Villaggi sorgono comunemente in zone belle e meno colpite dall’inquinamento ambientale;
2. il richiamo alla vita naturale e sportiva è sempre molto forte in una società caratterizzata dall’alienazione del lavoro e della difficoltà di comunicazione interpersonale;
3. la formula del “pacchetto tutto compreso” mette le famiglie al riparo da spiacevoli sorprese di spese e permette una pianificazione economica;
4. la varietà dei servizi di trasporto, di sport e animazione offerti dal Villaggio comporta un risparmio di tempo;
5. la nascita di “mini-club” all’interno dei Villaggi, con personale specializzato che si occupa per tutto il giorno dei bambini, ha permesso l’allargamento dei turisti anche tra le coppie con figli piccoli, solitamente in difficoltà negli alberghi;
6. lo spazio delimitato del villaggio e il fatto di essere frequentato da persone della stessa estrazione sociale offrono sicurezza, fiducia e possibilità di conoscenze tra pari.
Mentre la formula iniziale attirava soprattutto giovani e sportivi, man mano si sono avvicinate a questo tipo di vacanza persone di tutte le età e ceti sociali.
Conseguentemente i servizi si sono modificati avvicinandosi allo standard alberghiero soprattutto per quanto riguarda le camere, non più capanne ma bungalow solitamente in muratura con servizi in camera e cambio della biancheria almeno due volte alla settimana, e ampliamento dei servizi di ristorazione, sport e d’animazione.
Il prodotto è una specie di “istituzione totale” che ha trasformato la villeggiatura in una vacanza che racchiude, oltre all’aspetto alberghiero, anche servizi destinati allo svago e al divertimento o alla salute.
L’evoluzione dei gusti e la progressiva diversificazione delle esigenze personali hanno inoltre portato alla costruzione di clubs “a tema”, adatti soprattutto a persone che amano praticare sports e attività specifiche come la pesca subacquea o il golf.
Questo effetto di modernizzazione ha poi interessato anche i Villaggi tropicali, dove inizialmente si era mantenuto uno status di tipo polinesiano via via però adeguato alla trasformazione dei villaggi europei che n’erano invece stati un’imitazione.
La clientela che frequenta questa formula va in occasioni diverse in diversi Villaggi dello stesso tour operator ed eventualmente in quelli di tour operator simili, ritornando spesso nello stesso villaggio o perché è piaciuto o perché sono esauriti quelli in cui andare poiché già visitati o a causa di ritardi nella prenotazione. Tra i clienti del villaggio c’è un’aria di complicità soprattutto se “veterani”.
In ugual modo hanno poi operato altri tour operator italiani e stranieri come la “Valtur”, “Vacanze” e “Robinson”.
Le organizzazioni citate presentano per lo più situazioni e ambientazioni diverse, all’interno delle quali si sviluppano differenze intrinseche e contingenti: per esempio a seconda che il villaggio sia situato in montagna o al mare, sia piccolo o grande, con possibilità di svolgere più o meno varie attività.
DEFINIZIONE DI VILLAGGIO TURISTICO
Tutto all’interno del Villaggio turistico è costruito e pensato per far socializzare le persone e farle stare in gruppo.La caratteristica fondamentale di un Villaggio lo individua come uno spazio artificiale creato ad hoc. Ha solo una storia in campo turistico ed è nella maggior parte dei casi svincolato dalla cultura locale.
La società “Vacanze” ha dato il via ad un trend, poi seguito anche da altri, che prevede spaghetti al dente alle Maldive come ai Carabi, esportando dove può prodotti italiani e addestrando il personale locale nei villaggi italiani, per poi utilizzarlo in quelli dei loro paesi d’origine.
Il “Club Mediterranée” offre quiches, paté e vino di Borgona in ogni villaggio. Tutti devono sentirsi a casa propria in una zona, per così dire, extraterritoriale, ovunque il villaggio sorga.
Esso può ospitare dalle 200 alle 3000 persone e a volte, d’estate, è possibile che sia molto più popolato della cittadina nei cui pressi sorge.
Tende ad essere “socialmente autarchico” anche se non ci sono regole che proibiscono ai turisti di uscire dal Villaggio ed anzi spesso sono offerti loro dei mezzi personali o collettivi come biciclette, motocicli e pulmini per farlo, di fatto, non sono usati quasi mai se non per qualche escursione organizzata.
EVOLUZIONE DEI VILLAGGI TURISTICI
Il successo della “formula Villaggio” ne ha cambiato i caratteri iniziali. Inizialmente, ad esempio, si vendeva un “sogno polinesiano” (Le Trident, organo del Club Mediterranée, gennaio 1955): l’immagine di un paradiso incontaminato.La realizzazione del mito dell’uomo innocente a contatto con la natura erano sport marini, nuoto, pesca subacquea, libertà sessuale, corpi giovani, belli e coperti al massimo da un pareo, sotto il sole. I Villaggi erano fatti di capanne di bambù, o di paglia a somiglianza appunto delle abitazioni polinesiane: s’innalzavano lungo un litorale senza tracce di modernità o civiltà come macchine e radio, con dei servizi comuni quali il ristorante e le toilette; a volte bisognava addirittura portare da casa la biancheria. Il cibo appariva buono e abbondante, molta frutta e verdura e grigliate in spiaggia. Il francese comprava a Parigi un pacchetto comprensivo di tutto così che nel Villaggio non aveva più a che fare con il denaro; le bibite, escluse dalla quota di soggiorno, si ottenevano al bar attraverso la consegna di palline colorate acquistate in precedenza o addebitate su un conto aperto in loco.
Ci sono molte ragioni che spingono i turisti a trascorrere una vacanza simile:
1. i Villaggi sorgono comunemente in zone belle e meno colpite dall’inquinamento ambientale;
2. il richiamo alla vita naturale e sportiva è sempre molto forte in una società caratterizzata dall’alienazione del lavoro e della difficoltà di comunicazione interpersonale;
3. la formula del “pacchetto tutto compreso” mette le famiglie al riparo da spiacevoli sorprese di spese e permette una pianificazione economica;
4. la varietà dei servizi di trasporto, di sport e animazione offerti dal Villaggio comporta un risparmio di tempo;
5. la nascita di “mini-club” all’interno dei Villaggi, con personale specializzato che si occupa per tutto il giorno dei bambini, ha permesso l’allargamento dei turisti anche tra le coppie con figli piccoli, solitamente in difficoltà negli alberghi;
6. lo spazio delimitato del villaggio e il fatto di essere frequentato da persone della stessa estrazione sociale offrono sicurezza, fiducia e possibilità di conoscenze tra pari.
Mentre la formula iniziale attirava soprattutto giovani e sportivi, man mano si sono avvicinate a questo tipo di vacanza persone di tutte le età e ceti sociali.
Conseguentemente i servizi si sono modificati avvicinandosi allo standard alberghiero soprattutto per quanto riguarda le camere, non più capanne ma bungalow solitamente in muratura con servizi in camera e cambio della biancheria almeno due volte alla settimana, e ampliamento dei servizi di ristorazione, sport e d’animazione.
Il prodotto è una specie di “istituzione totale” che ha trasformato la villeggiatura in una vacanza che racchiude, oltre all’aspetto alberghiero, anche servizi destinati allo svago e al divertimento o alla salute.
L’evoluzione dei gusti e la progressiva diversificazione delle esigenze personali hanno inoltre portato alla costruzione di clubs “a tema”, adatti soprattutto a persone che amano praticare sports e attività specifiche come la pesca subacquea o il golf.
Questo effetto di modernizzazione ha poi interessato anche i Villaggi tropicali, dove inizialmente si era mantenuto uno status di tipo polinesiano via via però adeguato alla trasformazione dei villaggi europei che n’erano invece stati un’imitazione.
La clientela che frequenta questa formula va in occasioni diverse in diversi Villaggi dello stesso tour operator ed eventualmente in quelli di tour operator simili, ritornando spesso nello stesso villaggio o perché è piaciuto o perché sono esauriti quelli in cui andare poiché già visitati o a causa di ritardi nella prenotazione. Tra i clienti del villaggio c’è un’aria di complicità soprattutto se “veterani”.
Testo tratto da Wikipedia.
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